Senza Parole. Il Cinema Ritrovato di Bologna
Senza Parole
Giovedì 20 giugno si è aperta l’edizione 2019 del festival “Il cinema ritrovato” curato dalla Cineteca di Bologna. Per nove giorni l’intera città di Bologna si offre come luogo d’incontro e di valorizzazione del patrimonio storico della settima arte, riempiendo i propri spazi di proiezioni, mostre e incontri, aprendosi alla presenza di ospiti celebri e appassionati di tutto il mondo.
Tra i numerosi modi di fare cinema rappresentati alla rassegna, seguiamo con particolare attenzione i percorsi dedicati al film muto: è un tema che ci sta a cuore e che si riflette nelle nostre scelte editoriali, con le quali cerchiamo di rendere onore a questa grande stagione di esplorazione artistica, soprattutto in relazione con la nostra città. Elena Nepoti, in questo senso, ne ha delineato un quadro molto chiaro tra le pagine di Storia del cinema muto a Bologna.
Durante il festival non passeranno in secondo piano i doverosi omaggi nei confronti dei personaggi che hanno segnato la storia dell’industria cinematografica, cui non ci siamo rifiutati di partecipare pubblicando biografie e riflessioni sui volti più noti; quella di Carlo Montanaro su Francesco Pasinetti (Francesco Pasinetti: Illusioni e Passioni) o quella di Leonardo Bragaglia su Rodolfo Valentino (Rodolfo Valentino – L’attore, il divo, il sex simbol) ne sono un lampante esempio.
1899 Cinema anno quattro
Curata da Mariann Lewinsky, questa retrospettiva esplora i nuovi significati assunti da alcune delle prime pellicole mai girate: dalle visionarie sperimentazioni di Auguste Baron, anticipatore di un sistema di registrazione sincrona di suono e immagine, alle curiose “cartoline” filmiche delle nobili famiglie Greffulhe e Gramont, ai primi usi propagandistici del nuovo medium nella rappresentazione coloniale dell’Indocina, l’occhio dello spettatore può spaziare sul panorama della fine del XIX° secolo, osservandone le glorie e le ingenuità.
Cento anni fa: 1919
Questo programma – che vede sempre il contributo di Mariann Lewinsky affiancato a quello di Karl Wratschko – assume volutamente un taglio fortemente documentaristico, concentrandosi sulla proiezione di corti per mostrare l’esplosione del mezzo cinematografico nei primi anni del XX° secolo e i gli svariati aspetti che inizia ad assumere da questo momento. In questo contenitore eterogeneo trovano posto classici come Il tesoro di Arne di Mauritz Stiller, ma anche pubblicità, comiche, film educativi. Una perla che non passerà inosservata è I topi grigi, serial prodotto dalla Tiber Film, alla quale Aldo Bernardini dedica diverse pagine nel suo Le imprese di produzione del cinema muto italiano, da noi edito nel 2015.
“Ridateci Musidora!”
Émilie Cauquy e Mariann Lewinsky propongono un approfondimento su una delle prime grandi dive del cinema muto: Jeanne Roques, in arte Musidora. Le proiezioni programmate comprendono I vampiri, serial francese che consolidò la sua fama di Femme Fatale, ma esplora anche i suoi aspetti di artista poliedrica, regista, produttrice, autrice teatrale.
Buster Keaton!
Cecilia Cenciarelli cura la sezione riguardante Buster Keaton, astro intramontabile e riferimento ricorrente per “Il cinema ritrovato”. Quest’anno il festival può fregiarsi del fatto di presentare il restauro di The Cameraman, un’opera complessa, frutto di una gestazione problematica: primo film girato con MGM, da molti considerato l’ultimo capolavoro del talento anarchico e anticonvenzionale di Keaton, e al contempo appassionata dichiarazione d’amore nei confronti del cinema come arte totalizzante. Come contrappunto ai grandi successi il programma prevede anche incursioni nei momenti più spontanei e febbricitanti della sua filmografia, con titoli recentemente restaurati come College, The Haunted House e My Wife’s Relations, per cercare di restituire a tutto tondo la personalità di un grande artista.
Vi lasciamo con queste raccomandazioni, fiduciosi di incontrarci nelle sale e nelle piazze a condividere questa manifestazione di grande e duratura passione per il cinema.
La redazione – Cosimo Ferrari