Recensione a “La perfezione del gatto”
Quel che si presenta sotto le spoglie dell’enigmatico titolo La perfezione del gatto improvvisamente lascia spazio alla narrazione di una società utopica in cui – il primo gennaio di ogni 35 anni – la Costituzione prevede un mese di “Guerra civile”; ogni sorta di crimine o reato, a partire dal furto fino ad arrivare all’assassinio, diviene legale, allo scopo di aprire un canale di sfogo alle pulsioni represse della popolazione.
L’iniziale convinzione che il romanzo narrasse storie di teneri cuccioli domestici è stata soppiantata quasi subito: la realizzazione del fatto che si trattasse di tutt’altra cosa è stata una piacevole sorpresa.
Il dottor Marcus Dalia vuole raccontarci la sua vita e per farlo sceglie come punto di partenza il momento più iconico: la consegna del Premio Nobel a Stoccolma per aver scoperto e brevettato la cura per il cancro. Si tratta di un personaggio affermato nel suo ambiente, ma proprio perché la storia ha inizio dal vertice della sua carriera medica è complesso prevedere le possibilità e i risvolti che puntelleranno la vita di Marcus nei successivi paragrafi.
Il quadro che appare di lì a poco, però, lascia adito a qualsiasi tipo di sviluppo e rende incontrollabile la curiosità, alimentata anche dall’alone di mistero che avvolge i rapporti di Marcus con gli altri personaggi: il legame con Alberto, ad esempio, il migliore amico di cui lo stesso protagonista non comprende il temperamento, col quale condivide una sorta di malsana simbiosi. Il passato che lo lega a Beatrice non è meno impenetrabile, prima intriso di amore e ossessione, ora rasenta la linea sottile tra indifferenza ed odio.
Ho iniziato la lettura affidandomi a quelle che sembravano le premesse di un romanzo sulla gloriosa ascesa del dottor Marcus, ho continuato apprezzando l’atmosfera di un appassionante thriller e infine ho seguito con attenzione i pensieri, le constatazioni, i fili conduttori delle coscienze. È un romanzo intenso, audace, ricco di suspense e azione, ma anche introspettivo e profondo: è fonte inesauribile di risorse narrative che valica ogni rigida catalogazione.
Federico Polmonari ci guida nella vita di Marcus e degli altri personaggi accompagnandoli in una conscia ricerca della propria identità e costringendoli a fronteggiare i mostri del passato che ciascuno di loro ha tentato – senza successo – di occultare. In un intreccio di passioni, amicizie, odio, rancore e vendette l’autore ci rende spettatori privilegiati della verità che viene a galla, servendosi di uno stile insidioso che pone tante domande senza suggerire risposte. Un grande tributo è offerto anche dalle illustrazioni all’interno del romanzo, che, puntuali e coerenti, fungono da trampolino di lancio per la nostra immaginazione e stimolano una conoscenza a tutto tondo dei personaggi e delle loro imperscrutabili personalità, nonché dei fatti.
Quella di Marcus è una storia travolgente e dinamica che richiede la partecipazione attiva del lettore mentre si aggira per i vicoli di un labirinto ricco di enigmi, dove è inevitabile la resa dei conti.
Una storia pronta in ogni momento a scardinare e confutare le realtà che crediamo di avere in pugno.
La presentazione del libro si terrà il 26 giugno a Bologna presso la Libreria Feltrinelli, piazza di Porta Ravegnana 1. Dalle 18:00, insieme a Federico Polmonari, per moderare l’incontro sarà presente Alessandro Bruni, autore della Trilogia dell’equivoco.
La redazione – Monica Cavina