Marco Corradi incontra Pupi Avati
Marco Corradi, autore del libro Verdi non è di Parma ha di recente incontrato il regista e sceneggiatore Pupi Avati. Il regista, rimasto colpito dal tema del libro, si è subito complimentato per email col nostro autore, definendo il volume un «bel ritratto verdiano».
[cit] Grazie per il bel ritratto verdiano che coglie aspetti inediti e ne smitizza o ridimensiona altri come la presunta parmigianità del maestro
Corradi, in sua risposta, sottolinea il contesto in cui Verdi cresce e si forma.
[cit] Sant’Agata, nel piacentino, è la patria d’elezione del Maestro. Dove ha vissuto per oltre 50 anni. Il suo luogo di potere, di energia, che alimentava il suo entusiasmo e la sua voglia di vivere. Lì, nei campi coltivati a regola d’arte o nella solitudine delle
interminabili notti padane vagando nei territori delle stelle e parlando nella lingua degli uccelli, gli sono state svelate le immortali armonie che si affrettava a trascrivere sugli spartiti musicali.
Si sceglie dove vivere, non dove nascere, talvolta possiamo decidere dove morire! E Giuseppe Verdi ha scelto una terra di passo, la più occidentale tra le province emiliane per affinità caratteriale, di miti, di riti e via dicendo…, con i suoi abitanti.
I due si sono successivamente incontrati a Piacenza in occasione del Festival del cinema in pellicola, per discutere di un progetto che, qualora trovasse i finanziamenti necessari, potrebbe vedere la luce molto presto.
Avati, difatti, ha manifestato l’intenzione di produrre un docufilm su Giuseppe Verdi, ispirato proprio a Verdi non è di Parma. «Non potevamo certo sottrarci e porteremo la nostra competenza in quella che considero una cartolina d’amore e di riconoscenza verso questo grande maestro della musica italiana» ha detto il regista, il quale si auspica che il cinema italiano possa presto tornare a sognare. E chissà, magari sarà proprio questo Giuseppe Verdi a renderlo possibile.