Il significato archetipico, cardine del pensiero junghiano e psicoanalitico, che nei nostri antenati rivestiva una carica ed un’energia mana, sacra, primordiale e che in epoche antiche apriva una profonda comprensione dei fenomeni inconsci, attraverso rituali sciamanici, sacrifici, culti primitivi tribali ed esorcismi, si è oggi trasformato in patologie e in disturbi della personalità del nostro tempo. Abbiamo solo trovato un nome differente, attribuendo a quest’ignota fonte numinosa una diagnosi differenziale, credendo di aver archiviato completamente il nucleo di un’interiore rapporto con l’inconscio ma non siamo riusciti a placare il grido degli antenati che da sempre rivendicano l’anima del mondo. Muovendosi fedelmente nel pensiero di Erich Neumann e di C. G. Jung ed il suo Libro Rosso, l’autore ci dirige alla volta di quelle teorie d’interpretazione psicologica sulla quaternità che impegnavano instancabilmente lo stesso Jung nella ricerca dell’alchimia e della psicologia della religione, nella separazione e congiunzione degli opposti psichici fino ad individuarne nell’archetipo del Sè, vere e proprie istanze psicologiche, i cui simboli si rivelano essere centrali nella teoria junghiana: dal Re alla Regina, all’ermafrodito alchemico, al mandala, allapis philosophorum fino a risalire all’Ichthys pre-cristiano nell’archetipo psicologico di Cristo nelle sue varianti mitiche.
Psiche Primordiale
Una visione a orientamento junghiano-transpersonale
ISBN: 978-88-96013-73-1
Pagine: 298
15.90€