È difficile inquadrare le opere di Paolo Balboni con un’unica parola o con un concetto che ne esprima il senso in modo univoco, proprio questo aspetto rappresenta il valore assoluto della poetica di Paolo Balboni guidata dalla libertà di una “ginnastica della visione” che contempla l’indipendenza e la sperimentazione del linguaggio attraverso la fotografia.
Paolo Balboni spazia nei generi senza precludersi le possibilità espressive dettate dal soggetto: non è un caso che la sua macchina fotografica si posi indistintamente sulla gente, cogliendo la natura sociale con un approccio quasi documentaristico (Varanasi. La Città della Luce o In Jerusalem), così come sui singoli volti per giungere ad un ritratto psicologico come nel ciclo People. Un viaggio tra la gente in cui l’immagine, liberata dagli orpelli di contesto, lascia alle necessità di un’espressione la
pienezza emotiva di parola.
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