Nel 2018 ci ha lasciati Gianroberto Scarcia, illustre islamista e iranista, Professore Emerito dell’Università di Venezia “Ca’ Foscari”, straordinario traduttore (specialmente dal persiano e dal russo) e soprattutto maestro di vita e sincero amico di quanti avevano avuto la fortuna di incrociarne la strada e di apprezzarne gli insegnamenti.
In questa pubblicazione sono raccolti otto degli interventi condivisi durante la giornata di commemorazione tenutasi a Roma in onore del Maestro presso l’Aula Magna del Pontificio Istituto Orientale, sei mesi dopo la scomparsa; sono aneddoti che restituiscono un vivido quanto affettuoso ritratto dello studioso, caratterizzato da un ineccepibile profilo accademico così come da un’affabile dimensione umana.
Allievi “di prima generazione”, come Maurizio Pistoso, e “acquisiti”, come Leila Karami, Boghos Levon Zekiyan e Armando Nuzzo, ci raccontano diverse facce del genio accademico del Professore, rendendo chiaro come i loro studi e interessi personali siano stati influenzati e stimolati dal confronto con lui e con la moglie Biancamaria Amoretti. Non mancano anche episodi divertenti e personali, che rimarcano come Gianroberto non si sottraesse a situazioni conviviali e informali, per l’appagamento intellettuale e lo spassionato diletto di accoliti, discepoli e amici. Stefano Pellò mette in luce l’attività da traduttore del Maestro, raccontando del percorso di studi condiviso per concludere con alcune poesie, secondo uno schema di “scarciana” memoria proposto anche da Marco Di Branco nel suo commosso intervento. Simone Cristoforetti, custode dell’archivio fotografico di Gianroberto Scarcia, propone una scelta di immagini in bianco e nero, principalmente provenienti dai viaggi nell’amata Persia. Matteo Compareti, infine, presenta il suo omaggio in maniera più attenta alla ricerca pura, reputandolo il modo a lui più congeniale per esprimere l’incolmabile debito nei confronti del Maestro.
Il cadere della pubblicazione nel 2023 la rende uno speciale omaggio per il novantesimo compleanno di Gianroberto Scarcia, già evocativamente nominato “Onagro Maestro”, e un tardivo e molto atteso memento dei numerosi ricordi condivisi in quell’ultima, ideale occasione di convivialità.
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