Il teatro di Diego Fabbri

Gesù e il seduttore

Pierluigi Moressa

ISBN: 978–88–96013-43-4

Pagine: 132

15.90

Concepito nel centenario della nascita di Diego Fabbri (1911-1980), il libro fornisce un’analisi complessa e profonda dedicata alla figura del drammaturgo e alla sua opera. Autore fra i più rappresentati dell’intero Novecento, Fabbri viene oggi ricordato e messo in scena soprattutto con due lavori rimasti celebri: Il seduttore (1951) e Processo a Gesù (1952-54). In essi è agevole rintracciare gli elementi discordi e unificanti dell’intera sua produzione. Gesù e Il seduttore compongono un binomio che cela il filo conduttore della drammaturgia di Diego Fabbri, protesa a far conoscere le lacerazioni che affliggono l’uomo moderno, sospeso fra la tentazione della facile conquista e l’anelito spontaneo alla verità, che l’autore individua nell’affermazione della natura individuale di ciascuno. Il percorso di Fabbri, uomo di fede, si arricchisce di un amore liberato dal peso delle convenzioni sociali e istituzionali per giungere a indagare la profondità dell’animo umano e a esaltarne, accanto al desiderio di affetti sinceri, il bisogno di unicità della persona. L’opera di Diego Fabbri appare, dunque, spartita, ma non scissa, tra commedie dal tono intimo e brillante e tragedie in cui risuonano palesi i richiami alla sua formazione culturale e agli autori (soprattutto Dostoevskij e Mauriac) da cui questa riflessione drammaturgica trasse spunti formativi e riflessi filosofici.

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