Questo è un libro sui generis: non è un libro di psicoanalisi, anche se la psicoanalisi è presente in ogni sua pagina. Non è un libro di politica, ma la politica è il brodo di tutte queste pagine, che non sono per niente maturate in una torre eburnea, ma nei vettori e nei problemi di questo cinquantennio, fra gli anni Sessanta e oggi.
È un libro che guarda attorno a tutte le altre discipline, ma dai bordi della psicoanalisi, cogliendo, salvo che per la neurologia e la psichiatria cliniche, solo bocconi delle altre discipline, probabilmente anche fraintesi. È zibaldone, congerie, poutpourri, ma ha l’estrema continuità di vivere in diversi aloni di tempo, da Freud e Bion a Berlinguer e Moro, da Jackson e Foucault a Kapuschinski e Schama.
Diviso in tre parti — confini, muri e bordi — è frutto di pensieri, pratiche e ricerche che prendono spunto da tutta la vita professionale dell’autore.