Da sempre la guerra accompagna e contamina le vicende umane, sin dall’inizio della Storia. Il fatto che si tratti di un evento così radicale e radicato, presente ovunque e in qualsiasi epoca, non significa che dobbiamo semplicemente rassegnarci di fronte ad esso.

Come sosteneva James Hillman, è una questione di responsabilità etica quella di riflettere e di guardare in profondità a un fenomeno che non è soltanto la guerra esterna, il conflitto oggettivo che conduce a morti concrete, ma è anche la nostra guerra interna, l’opposizione violenta tra le antinomie che ci abitano. Soltanto sopportando l’estenuante fatica di tenere insieme Bene e Male dentro di noi, possiamo forse avere un ruolo attivo nel contenere la portata distruttiva della guerra e nel consentire alla vita umana e psichica di proseguire il suo corso.

Con l’introduzione e la cusa di Andrea Graglia, psicoterapeuta junghiano, questo libro offre il contributo di cinque analisti e studiosi del pensiero di C.G. Jung: Alessandro Defilippi, Claudio Gallone, Marco Gay, Daniele Ribola e Claudio Widmann. Le loro riflessioni ci aiutano a comprendere il senso e le dinamiche psichiche del complesso e delicato tema della guerra, nell’ottica di promuovere un lavoro simbolico che ciascuno di noi sarebbe chiamato a realizzare.