Pierangelo Bertoli ha scritto di avere «un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro». Quanto sia importante tale bilanciamento lo sa bene Lorenzo de Maiti – oggi oste di città nella sua Osteria dei Grifoni a Bologna – che ci accompagna in un viaggio sull’Appennino bolognese alla riscoperta di ricette di montagna e ricette di vita, ma soprattutto alla riscoperta di un passato raccontato direttamente da chi l’ha vissuto, e oggi narrato da chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo. Ci troviamo a Monghidoro, 841 metri sopra il livello del mare, in un tempo sospeso che è quello dei ricordi. I ricordi profumano così come le pietanze di quella tradizione che l’autore vuole condividere con noi. Tra il 2003 e il 2011 Lorenzo, sempre impegnato da una parte e dall’altra del bancone, ha incontrato e servito nella Trattoria del paese centinaia di persone e ascoltato, ricevendole in dono, tantissime, preziose storie. In montagna l’aria è più pulita, le stagioni dettano i ritmi e i «nonni», gli anziani avventori del locale, sembrano i personaggi di un romanzo che nessuno aveva ancora scritto e che adesso rivivono fra queste pagine. «È poi uguale!» esclama spesso uno di loro, e in questa frase sembra racchiusa una forma di saggezza dura e antica, proferita un attimo prima di assopirsi al tavolo, dopo un bicchiere di vino e un piatto di tagliatelle al ragù. Alla fine di questo viaggio – un’immersione fra i sapori dell’Appennino e decine di ricette della tradizione montanara – il lettore saprà dosare meglio sale e pepe, avrà la curiosità di sperimentare sapori dimenticati e forse potrà anche rispondere alla domanda: “come era la vita prima di questa qua?”.
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